INTER-GERMANIA, UNA STORIA LUNGA 50 ANNI

Da Szymaniak a Matthäus e Brehme, il rapporto speciale tra i nerazzurri e la Germania raccontato da MondoFutbol.com

MILANO - Una storia d'amore, cominciata tardi ma che tranne qualche incomprensione ha regalato grandi emozioni. L'Inter e i giocatori tedeschi hanno sempre avuto un rapporto speciale. Un feeling iniziato nel 1963 quando Helenio Herrera, fresco vincitore del suo primo scudetto all'Inter, pensò al 29enne Horst Szymaniak, reduce da un ottimo biennio al Catania, per rinforzare il centrocampo nerazzurro. Il tedesco, due Mondiali alle spalle e un passato in patria tra Karlsruhe e Wuppertal, però non trovò molto spazio: prima per una condizione fisica da migliorare (il 'Mago' lo mise a dieta al suo arrivo) e poi per la concorrenza feroce soprattutto perché con due stranieri schierabili ogni domenica, quasi sempre il tedesco cedeva il posto a Suárez e a Jair. Dodici presenze, zero gol, un titolo di campione d'Europa (5 partite in Coppa) e per lui tanti rimpianti, con la cessione al Varese.

Ci vorranno quasi vent'anni, di cui quattordici di 'autarchia calcistica', per rivedere un tedesco in nerazzurro. E toccherà a un ragazzo di Stoccarda, aperto e curioso come Hansi Müller aprire nel 1982 una stagione lunga dieci anni in cui l'Inter sarà quasi sinonimo di Germania. A San Siro giocherà solo due stagioni, tra infortuni e lampi di classe, come la punizione con traiettoria impossibile con cui bagnò il suo esordio con il Verona. Milano gli lasciò l'amore per la moda, per l'Italia e per la sua lingua. Che imparò in pochi mesi e che parla discretamente anche oggi. E l'italiano lo parla ancora bene il compagno di Nazionale di Hansi e attuale dirigente del Bayern Monaco Karl-Heinz Rummenigge. 'Kalle', arrivò a San Siro a ventinove anni, dopo una carriera da incorniciare con i bavaresi e con la Germania. Ad attirarlo la 'corte' di Sandro Mazzola, il suo mito da bambino. L'ex fuoriclasse se ne andrà ma il ragazzo di Lippstadt, dopo qualche titubanza, nel 1984 si vestirà di nerazzurro. Un triennio in cui il centravanti tedesco sarà fermato più dagli infortuni che dagli avversari. Due i momenti indimenticabili, entrambi a San Siro, entrambi nell'anno di esordio: un gol in rovesciata contro i Glasgow Rangers, sacrilegamente annullato in Coppa UEFA nell'ottobre 1984, e una doppietta in un memorabile 4-0 con la Juventus con le reti di 'Kalle' siglate di testa e al termine di un contropiede micidiale.

Nell'estate 1988, un anno dopo l'addio amaro di Rummenigge, di tedeschi a Milano ne arriveranno due, entrambi provenienti dal Bayern Monaco. Insieme a un'ottima squadra e a un allenatore con la Germania nel destino, come Giovanni Trapattoni, scriveranno la storia dell'Inter. Uno, Lothar Matthäus, è un 'tuttocampista' potente, con straordinaria leadership e un destro terrificante, l'altro Andreas Brehme un favoloso terzino, uno dei migliori della storia nerazzurra, sublime crossatore a cui il padre Bernd ha insegnato a calciare con entrambi i piedi. Con loro in campo sarà subito scudetto, conquistato con 58 punti, record per la Serie A a 18 squadre e suggellato da un gol proprio di  Matthäus contro il Napoli a S.Siro. Il 'Meazza' impazzirà per Lothar, per 'Andi' e dal 1989 per un attaccante biondo arrivato dallo Stoccarda, Jürgen Klinsmann. Quest'ultimo porta peso ma soprattutto gol ai nerazzurri (34 in tre stagioni) segnando una rete fondamentale, quella che avvia la rimonta contro l'Aston Villa per la cavalcata dell'Inter nella Coppa UEFA vinta nel 1991.

In mezzo a quei trionfi, a San Siro il trio tedesco dell'Inter costruirà anche un'altra vittoria. Nel 1990 la 'Scala del calcio' sarà il teatro di parte del cammino della loro Nazionale verso il terzo Mondiale, con i 'nerazzurri di Germania' protagonisti: Klinsmann e Brehme a segno negli ottavi contro l'Olanda, Matthäus, Pallone d'Oro a fine stagione, con la Cecoslovacchia ai quarti. La loro 'era' finirà nel 1992 con la partenza di tutti e tre i campioni del Mondo. In quell'estate l'Inter chiamerà un altro tedesco, il 25enne Matthias Sammer, fresco campione di Germania con lo Stoccarda. A differenza del trio non si ambienterà mai e lascerà l'Inter solo dopo mezza stagione. Come farà 23 anni dopo, nel 2015 Lukas Podolski, l'ultimo tedesco della storia dell'Inter. Una storia, quella nerazzurra, resa nobile anche da tanti talenti di Germania.

Roberto Brambilla


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