LE TISSIER, "LE GOD" A SOUTHAMPTON

Bandiera, fuoriclasse e leggenda dei "Saints". MondoFutbol.com racconta Matthew Le Tissier

MILANO - "Il suo talento era semplicemente straordinario. Poteva dribblare sette-otto giocatori lentamente, poi fare assist o tirare come se stesse camminando. Per me era sensazionale". Con queste parole nel 2010 il grande centrocampista spagnolo Xavi Hernández aveva descritto le caratteristiche del gioco di uno dei suoi 'miti', Matthew Le Tissier, bandiera, fuoriclasse e leggenda del Southampton.

Un ragazzo nato a Guernsey,  l'isola a pochi chilometri dalle coste francesi dove Victor Hugo scrisse il suo capolavoro 'I Miserabili' e cresciuto a pane e pallone. Suo padre Marcus è stato un calciatore dilettante a livello giovanile (aveva fatto un provino anche con l'Arsenal) e Matt, discreto giocatore di cricket e con buoni tempi come sprinter, ne segue le orme. Rispetto ai suoi fratelli maggiori Mark, Carl e Kevin lui ha qualcosa in più.

Nelle giovanili gioca sempre con i più grandi e nel 1981, a 13 anni, partecipa a un camp vicino a Southampton al 'Calshot Activity Centre', venendo anche premiato come miglior calciatore. Un anno dopo l'Oxford United gli offre un provino, Le Tissier lo supera ma agli Yellows rimane solo qualche giorno. Ha troppa nostalgia di casa, la stessa che ha fatto rifiutare una proposta del Southampton a suo fratello Carl. 

Nella sua amata Guernsey, Matt però incanta tutti. Segna tanto e in ogni modo (169 gol nell'ultimo campionato giovanile), pur non essendo una punta pura. I 'Saints' osano ancora, in casa Le Tissier. "Finisci gli studi a casa tua, poi vieni nel nostro settore giovanile". Il primo stipendio: 26 sterline la settimana. 

È il 1985 quando Matthew Le Tissier sbarca al Southampton, e nulla più sarebbe stato lo stesso in quella città sulla Manica. L'esordio con la prima squadra è datato 8 agosto 1986 in un'amichevole contro l'Exeter, i primi due gol il 4 novembre dello stesso anno nella prestigiosa vittoria 4-1 del Southampton contro il Manchester United nel replay del quarto turno di Coppa di Lega.

Quella doppietta al 'The Dell' sarà l'inizio di una storia d'amore durata 16 anni e condita da 161 gol in 443 partite. Reti da ogni posizione (una da 40 metri contro il Blackburn nel 1994 è per sua ammissione il suo gol preferito), di precisione e di potenza, preparati e inaspettati, e una specialità definita: i calci da fermo. Un solo rigore sbagliato su 49 calciati da professionista (l'unico a fermarlo da dischetto fu Mark Crossley del Nottingham Forest nel 1993) e tante punizioni con cui ha disegnato parabole a volte impensabili. Divine.

Come quando contro il Wimbledon nel '94 segnò alzandosi il pallone da solo e calciandolo al volo. Ma non sono unicamente i numeri e le reti ad aver fatto guadagnare al numero 7 del Southampton l'amore eterno dei tifosi e il soprannome di 'Le God' Dio. 

I fans l'hanno eletto a loro idolo anche per la sua fedeltà incondizionata ai 'Saints'. In 15 anni disse no (all'ultimo secondo) al Tottenham, la squadra del suo cuore da bambino, al Manchester United di Sir Alex Ferguson, al Liverpool e ai tanti soldi del Chelsea. Una decisione che non gli ha mai fatto vincere un trofeo, che l'ha allontanato dalla Nazionale inglese (lui nativo di Guernsey avrebbe potuto giocare con tutte le Home Nations), con cui ha messo insieme solo 8 presenze e zero gol tra il 1994 e il 1997 ma che gli ha fatto provare emozioni indimenticabili, come quelle vissute il 19 maggio 2001, quando a tempo scaduto un suo gran gol ha regalato al Southampton la vittoria 3-2 sull'Arsenal. 

È l'ultima rete in un match ufficiale al 'The Dell' prima del trasferimento al 'St. Mary's Stadium' e come per chiudere un capitolo, anche l'ultimo gol di Le Tissier da professionista, a un anno dal ritiro, avvenuto nel 2002. Nel 2012, i suoi tifosi lo voteranno 'giocatore del secolo' del Southampton. Per sempre Santo, anzi di più, Matthew 'Le God'. 

Roberto Brambilla


 English version  Versi Bahasa Indonesia 

tags: mondo futbol
Carica altri risultati