LE PAROLE DI ERICK THOHIR ALLA BBC

Su inter.it il secondo estratto dell'intervista rilasciata dal presidente nerazzurro a World Football, programma radiofonico di BBC World Service

Su inter.it il secondo estratto dell'intervista rilasciata dal presidente Erick Thohir a World Football, programma radiofonico di BBC World Service.


Presidente, ci può raccontare del suo primo anno italiano? Delle sue emozioni quando ha preso l'Inter?
"Sono sempre stato un tifoso dell'Inter e un grande fan della Seria A, sin dagli anni '90. E quando è arrivata l'opportunità dell'Inter era quasi inimmaginabile per me. Una grandissima squadra che ha vinto molto e che ora vuole tornare a vincere. Perché questo accada ci vuole equilibrio tra la parte sportiva e quella finanziaria. Se si guarda a qualche anno fa e si pensa che Bale è stato comprato per quasi 100 milioni... cose del genere ora sono impossibili. L'Italia in passato aveva il migliore campionato del mondo, ora non è così. Dobbiamo fare qualcosa e anche l'Inter deve fare qualcosa per competere. Ma, ovviamente, non è facile. Per portare qualcosa di nuovo in Italia, si deve comunque capire la cultura italiana e da quella partire. Gli ultimi 3-4 mesi mi sono serviti per capire meglio l'Italia, la cultura, la passione, le persone, ma allo stesso tempo vogliamo andare avanti con i nostri progetti, perché il nostro obiettivo è quello di tornare ad essere tra i primi 10 club del mondo".

Intende tra i primi 10 a livello di business o a livello di risultati?
"Se abbiamo un modello di business efficiente possiamo costruire un'ottima squadra. È una sfida per noi tornare al top. In Italia dobbiamo tornare tra le prime 3".

Parliamo ora di Carlo Tavecchio, un personaggio controverso: per le sue affermazioni è stato sanzionato dalla Uefa. L'Inter aveva votato per lui?
"Rispetto ciò che fa la Uefa, ma sì, l'Inter con altri club della Seria A ha votato per lui. Si parla del fatto che l'Italia si debba ricostruire e quando c'è bisogno che un paese si ricostruisca a volte si deve fare leva sul patriottismo. È strano che a dire questo sia uno 'straniero' come me, ma lo capisco perché molti paesi nel mondo quando vogliono fare qualcosa per migliorarsi fanno così. Un'altra cosa, prendete la Nazionale: chiamare Antonio Conte è stata una grande decisione. Inoltre, si parla del fatto che i giocatori italiani giochino in Serie A perché è importante per la Nazionale. Anche in Inghilterra si ragiona sulla stessa cosa: ci si chiede perchè non ridurre il numero di stranieri in Premier League. Che poi Tavecchio alla fine si confermi la persona giusta per cambiare il calcio italiano lo si potrà dire solo dopo, solo più avanti. Ma questo è normale, anche in politica è così, quando si sceglie un presidente non ci possono essere garanzie: lo vedremo dopo".

Ma lei pensa che sia la persona giusta?
"Non è una questione di persona, ma di agenda, di programma proposto. Un esempio: ha proposto che la Serie A sia a 18 squadre, non a 20. Cosa che condividiamo. Per me alla fine è una questione di fiducia sul programma e sulla strategia".

 


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