APPIANO GENTILE - E' Un Nemanja Vidic sorridente quello che si presenta in conferenza stampa ad Appiano Gentile alla vigilia della trasferta dei nerazzurri a Palermo. Un Vidic che sta mettendo giorno dopo giorno a disposizione dell'Inter la sua esperienza nella creazione di un gruppo che può puntare in alto.
Che Inter vedremo a Palermo dopo quella vista con il Sassuolo e in Europa League?
"E' bello aver vinto in questo modo l'ultima partita. Abbiamo pareggiato la prima e poi vinto alcune partite di fila. E' importante iniziare in questo modo e lo mostreremo anche a Palermo".
Che idea ti sei fatto del calcio italiano? L'Inter può lottare per lo scudetto?
"Devo adattare le mie capacità al calcio italiano, è difficile giocare qui. Devo adattarmi a tutto, inclusa la gestione della partita da parte degli arbitri per quello che riguarda i contatti con gli avversari. Riguardo l'Inter è un po' presto per vedere quali sono i nostri obiettivi, dobbiamo prendere la stagione partita per partita. Il nostro obbiettivo è arrivare tra i primi tre, vincere lo scudetto sarebbe bello ma dobbiamo guardare partita per partita".
Hai avuto modo di farti spiegare dall'addetto agli arbitri Andrea Romeo il diverso approccio alle partite rispetto all'Inghilterra?
"Credo che a volte il lavoro dell'arbitro sia difficile anche a causa del comportamento dei giocatori che spesso chiedono dei falli o dei rigori in situazioni che in realtà non accadono, in Inghilterra questo avviene meno. Ecco perché dico che devo adattarmi qui, non solo all'arbitraggio italiano ma anche ai diversi comportamenti dei giocatori avversari. Si, ho parlato con Romeo e mi ha spiegato quali sono i comportamenti più corretti da tenere durante la gara. Spero di adattarmi il più presto possibile".
Quando nel 2009 arrivarono Eto'o, Lucio e giocatori di questo calibro, si diceva che fossero giocatori abituati a vincere. Ti senti un giocatore di questo tipo, di esperienza e carisma? Un punto di riferimento?
"Non devo parlare soltanto di me stesso ma della squadra. Ci sono molti giocatori esperti, professionisti di alto livello che sono esempio per i giovani in campo e fuori. L'Inter deve essere in grado di raggiungere determinati obiettivi come squadra e come club. Se lavoriamo in gruppo abbiamo buone possibilità di raggiungere gli obiettivi".
Hai trovato somiglianze tra Ferguson e Mazzarri?
"Credo che entrambi i manager abbiano un approccio simile alla squadra. Nel costruire una buona atmosfera all'interno della squadra. Questa è una filosofia che condividono. Per quanto riguarda i moduli a Manchester si giocava con un 4-4-2 o 4-5-1, Mazzarri ha un diverso approccio ma l'importante è lo spirito di gruppo che entrambi vogliono creare".
Come procede il tuo adattamento alla difesa a tre?
"Abbiamo lavorato duramente in prestagione e stiamo ancora facendo molto lavoro tattico. Mi sento sempre più a mio agio in questa posizione e spero di mostrarlo anche nella prossima partita. Credo che in queste prime partite la squadra abbia mostrato solidità e credo che tutta la squadra abbia lavorato bene difensivamente".
Su Stankovic, avete visto l'ultima partita a San Siro insieme, come lo vedi nel nuovo ruolo di vice allenatore di Stramaccioni a Udine? Ti piacerebbe essere allenato da lui in futuro?
"Ho visto l'ultima partita con lui ed era entusiasta del suo nuovo ruolo. Spero che in futuro possa anche diventare allenatore in prima. Ha esperienza, ha avuto grandi allenatori e potrà avere un buon futuro come tecnico. Concluderò la mia carriera tra alcuni anni e magari cercherò anch'io di fare l'allenatore e sfidarlo".
Qual è stata la tua reazione quando hai saputo di essere un giocatore dell'Inter? Cosa ti ha colpito maggiormente quando sei arrivato ad Appiano?
"Ero eccitato. Non era la mia prima volta in Italia ma questa volta penso sia stato un grande momento per me, era il momento giusto per venire all'Inter.
Il primo giorno ad Appiano sono stato accolto da tutti benissimo, giocatori e staff; all'inizio era strano allenarsi in un ambiente diverso, nei primi giorni è stato duro, ma ora mi sento a casa, a mio agio, in famiglia".
E' vero che il Manchester ha cercato di convincerti a restare? Sarà più facile raggiungere la Champions League vincendo l'Europa League o tramite i piazzamenti in Serie A?
"Avevo già deciso di venire all'Inter dopo aver parlato con il Manchester. Mi sono lasciato bene con loro, non hanno cercato di trattenermi dopo la firma.
Entrambe le situazioni sarebbero buone per noi. Sarei soddisfatto di vincere l'Europa League ed arrivare in Champions ma anche di raggiungere uno dei primi tre posti. Direi che si equivalgono. In ogni caso giocheremo partita per partita, non vogliamo pensare a cosa succederà nei prossimi mesi. Vogliamo fare buoni risultati ed essere in buona posizione prima della sosta per le nazionali".
In Inghilterra capita che quando un giocatore simula siano gli stessi tifosi a fischiarlo, qui forse la mentalità induce l'attaccante a simulare. Credi che questo vada cambiato nel calcio italiano per renderlo più Europeo?
"Non sono venuto qui per cambiare la mentalità, sono qui per adattarmi al gioco italiano. Se mi chiedi cosa preferisco posso dire che preferisco la maniera di giocare Inglese, è più onesta e rispettosa. Ma come ho detto non sono venuto per cambiare la mentalità, sono venuto qui per adattarmi. Credo anche che il ritmo di gioco sia diverso, perché è legato alle interruzioni".
Il fatto di non aver ancora preso gol è un pensiero piacevole o rischia di diventare un pensiero pesante?
"Credo sia importante per la squadra essere solidi, anche per gli attaccanti che non si sentono obbligati a segnare due o tre reti a partita. Ma non è un obbiettivo che ci poniamo per tutta la stagione quello della porta imbattuta, credo sia più importante vincere le partite. A volte è importante anche mantenere la porta inviolata e non concedere gol può farci vincere più partite, ma è più importante la vittoria".
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NEMANJA VIDIC PRESS CONFERENCE: #3QUESTIONSTOVIDIC - 20.9.2014