MILANO - "Si fa presto a dire correre, ma il tema è talmente vasto che non riuscivo a coordinare le idee". Non è un argomento facile da raccontare. La corsa, si intende. Haruki Murakami, autore giapponese, ci prova nel suo L'arte di correre, romanzo diventato di culto per i runner di tutto il mondo e non solo. Non sappiamo se Yuto Nagatomo lo ha letto. Sappiamo per certo, però, che per lui l'arte di correre è tavolozza della vita in campo. Usa proprio tutte le sfumature della velocità. "Il mio punto di forza è l'uno contro uno e la velocità. Vorrei aiutare la squadra sfruttando queste mie capacità", ha detto in uno dei suoi primi giorni all'Inter.
Va veloce Yuto, anche grazie a un rimedio tutto naturale, le umeboshi, letteralmente 'le prugne salate della salute'. Ne va ghiotto e in Giappone un fruttivendolo ha provato ad associare il suo volto ai suoi prodotti. Senza successo. Nagatomo in patria è un idolo, un'icona. Si è laureato in economia politica all'accademia di Meiji, una delle sei più importanti di Tokyo. È finito addirittura in un mediometraggio animato ispirato alla sua vita, Yuto-kun ga Iku di Ryo Higuchie Aya Otawa che è stato anche presentato al "WA! Japan Film Festival". Lo stile ricorda vagamente quello di Yoichi Takahashi, autore di Capitan Tsubasa che in Italia conosciamo benissimo con il nome di Holly e Benji. Anche lì, la velocità diventa animazione.
Dai manga, dai cartoni animati al campo, però il passo è breve. Questa notte alle 24.00 Nagatomo affronta la Grecia in un partita che sa di spareggio. Non è bastato il suo assist per Honda contro la Costa d'Avorio. Oggi il Giappone gli chiede di più. Magari anche di segnare, suo vecchio vizio. "A me piace fare gol, con Mazzarri non gioco proprio da terzino, voglio farne altri". Sempre di corsa, naturalmente.