MONDIALI: TOCCA ALLA COLOMBIA DI GUARIN

Esordio contro la Grecia per la squadra del Guaro che, come tutto il suo Paese, aspetta l'occasione per spiegare al mondo la parola "ganar", vincere

MILANO - Quando Nairo Quintana, ciclista colombiano, ha alzato le braccia all'ultimo Giro d'Italia, in pochi sono rimasti sorpresi. "La prima volta che ho visto il trofeo ho pensato che doveva essere mio", ha detto mentre sollevava la coppa. Pedalare, faticare, dunque, per vincere. Ecco, fermiamoci un attimo su questo verbo, poi torniamo sulle due ruote. Trionfare, quindi ganar, in spagnolo.

Quasi un'ossessione per gli atleti colombiani in questo periodo. È proprio Guarin a spiegarci meglio questa parola: "Noi abbiamo fame di trionfare, la sentiamo quando siamo nel nostro Paese. La sentiamo ancora di più quando siamo fuori". Ecco, allora, che si inizia a spiegare perché, quando c'è la Colombia di mezzo, c'è qualcosa di speciale nell'aria. Una specie di ruggito della vittoria. Come quello di un giaguaro. Che risuona nei campi e che viene da un numero: il 13 dell'Inter e il 13 de la Selección. "Ma non una questione di scaramanzia", dice Fredy. "Quel numero mi piace e basta". Nella partita inaugurale di questo Mondiale non ci sarà per squalifica, ma sarà pronto a ruggire contro Costa d'Avorio e Giappone.

Non pensate, però, che essere affamati di vittorie voglia dire avere lo sguardo all'ingiù. Anzi. "Nel nostro spogliatoio c'è un po' di tutto, ma Armero se non ha pressioni è il massimo, il migliore e ci divertiamo da impazzire". Non che sia solo una spalla, tutt'altro. Guarin è il primo a mantenere alto l'umore del gruppo. Una cosa che ha imparato fin da piccolo, a Puerto Boyacá dove è nato e dove ha iniziato a calciare (fortissimo) il pallone. "Nella mia città non c'era molto tranne il calcio la domenica. Ho iniziato a 9-10 anni, per strada. Ogni momento era buono per giocare". E per vincere come i suoi idoli interisti Vieira e Ronaldo. C'è anche altro nella vita di Guarin, ovviamente. Il cinema, tanto per cominciare: "Mi piace davvero molto, appena posso cerco di vedere più film possibili", la famiglia con la sorella che sta andando all'università ("che orgoglio per mia mamma") e con il fratello, anche lui giocatore.

Ci sono, poi, i figli con cui passa molto tempo. E con cui piace andare in bicicletta. Perché, sì, è un divertimento. Ma se magari se ci si allena fin da piccoli a pedalare, faticare, vincere e ganar, è meglio. 



 English version  Versi Bahasa Indonesia 

Carica altri risultati