MAZZARRI "QUESTA È LA STRADA GIUSTA"

"Tutti sotto esame? Mi fa piacere che il presidente abbia apprezzato il lavoro, lo ringrazio. Chi mi conosce sa che sono sempre stato sotto esame, mi ci sono messo da solo sin dalla prima partita ad Acireale"

MILANO - A margine della presentazione del suo libro "Il meglio deve ancora venire", l'allenatore dell'Inter Walter Mazzarri ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti presenti.

Ecco le sue parole:

"Tutti sotto esame? Mi fa piacere che il presidente abbia apprezzato il lavoro, lo ringrazio. Chi mi conosce sa che sono sempre stato sotto esame, mi ci sono messo da solo sin dalla prima partita ad Acireale. Mi fa piacere che siamo d'accordo sul progetto, per programmare insieme il futuro c'è bisogno che quest'anno si finisca nel migliore dei modi, il futuro verrà programmato anche in base a quello.
Quando c'è il presidente in tribuna fa sempre piacere, anzi, la sua presenza può dare ancora più carica, non ci mette certo più pressione.

Scrivere un libro sulla mia storia è stata un'esperienza bella, è strano perchè di solito non parlo della mia vita privata. Un libro che ho dedicato a mio figlio, che mi sembrava giusto leggesse ciò che ho fatto in quei 12-13 anni in cui sono mancato dal punto di vista fisico nella sua vita. Credo sia interessante da leggere.

Non ho mai detto di avere dubbi sul mio futuro, si parlava dell'eventuale allungamento del mio contratto e io dissi che ci saremmo dovuti concentrare sul calcio giocato e che per un'eventuale discussione contrattuale ci si sarebbe poi potuti incontrare con la Società per fare certe valutazioni, solo questo.

Non è un risultato che cambia il bilancio generale di un lavoro, la Società valuta cosa fa un allenatore nei momenti facili e in quelli difficili, come è riuscito a valutare le persone che prima non erano state valutate nel modo giusto, se sia riuscito o meno a valorizzare i giovani. Il calcio è fatto di episodi, di momenti, di qualcosa che sfugge alla logica. Guardate il secondo tempo contro l'Atalanta: è stato giocato benissimo, rigiocandola otterremmo nove volte su dieci un risultato pieno e invece ci troviamo a commentare una sconfitta. Va valutato tutto, anche come si è operato in un anno particolarissimo come questo. Sono certo che chi dovrà valutare avrà le idee chiare.

Io non guardo mai i risultati degli altri, mi fa un po' rabbia come sia andata l'ultima partita, è vero che in un anno hai delle situazioni in cui certe partite possono venir vinte e trovarsi a commentare posizioni più consone alla squadra. Non abbiamo raccolto tutti i punti che avremmo meritato sul campo, ma siamo cresciuti dal punto di vista della mentalità, delle prestazione, dell'unità d'intenti. Credo che a medio-lungo termine questo atteggiamento e questa mentalità possano portare a far ricreare quella mentalità che compete a una Società come l'Inter.
C'è il rammarico di aver gettato via partite anomale, partite nelle quali si sono persi dei punti.

Quando sono arrivato all'Inter sono stato affascinato dal presidente Moratti e dalla storia della Società, mi sono buttato a capofitto in questa nuova avventura, sono contento di aver fatto questa scelta, anche spero si capisca che siamo in un'annata particolare.

La gara con l'Udinese è pericolosa, insidiosa, com'era quella con l'Atalanta. Contro certe squadre e contro certi allenatori è difficile, perchè sono molto bravi e perchè sanno di metterti in difficoltà avendo due risultati su tre. L'Inter è abituata ad affrontare partite di questo tipo. Dovremo essere più bravi e anche un po' più fortunati a fare noi la partita da subito e ad andare subito in gol. Cosa ho detto ai giocatori dopo la partita con l'Atalanta? Ho corretto quei pochi errori che ci sono costati due gol ho parlato dell'approccio non buono del primo tempo, visto che poi nel secondo tempo siamo stati perfetti, arrembanti. Avevo già corretto tutto tra primo e secondo tempo, quindi gli ho solo ribadito i concetti e di non sottovalutare il pericolo, perchè questa è la strada giusta. La sconfitta non mi è andata giù, quando la rivedi a mente fredda poi è anche peggio. Ma il calcio è fatto di queste partite, è stata comunque una buona prestazione, ora bisogna ripartire.

Un allenatore che crede nel lavoro guarda la prestazione. Ma quattro pali in una partita sono una cosa clamorosa, io cerco di avvicinarmi al calcio come scienza esatta, ma il calcio scienza esatta non lo è, se la palla non vuole entrare, non entra. Sembrava ci fosse un velo davanti alla porta, l'ultima occasione l'abbiamo avuta con Nagatomo, anche lì sembrava un gol fatto e invece no. Lì l'allenatore si ferma, ma la cosa logica da fare era stare più attenti sul piazzato che poi ci è costato la partita. Quelli sono errori. Con l'Udinese mi aspetto grande attenzione, non regalare niente, essere più tranquilli e fare la scelta giusta quando capitano le occasioni. 

Aver vinto cinque volte per uno a zero in casa nel 2014 può essere un limite, i numeri sono numeri. Per valutare una partita di calcio bisogna anche considerare quello che hanno fatto gli altri: intanto la squadra ci crede, ha l'approccio giusto. In questo momento non facciamo tanti gol quanti dovremmo, può essere dovuto alla pressione che c'è sui ragazzi ad esempio, ma l'importante  che la mia squadra crei più degli altri, questo è il punto di partenza anche per l'anno prossimo. I 17 pali colpiti quest'anno? Se si prende con un tiro da 50 metri che sbatte sulla traversa è un conto, se invece ti capita con un lob davanti al portiere, quello è il fato, non posso pensare sia un errore dei giocatori. Quando i pali sono tanti capisci che è un anno particolare, dove molte cose non ti girano bene.

Se l'Europa League è il nostro scudetto? Con 27 punti ancora in palio non voglio parlare di obiettivi, il nostro obiettivo è fare più punti possibili. Meglio finiremo quest'anno, più facile sarà partire col piede giusto l'anno prossimo.

Torres, Dzeko o Morata? Ogni allenatore vorrebbe sempre avere il meglio in quanto a qualità, se un giocatore porta quella, ben venga. 
Quest'anno in panchina faccio il bravo? Anche troppo... sono un tipo adrenalinico, ma con l'esperienza ho imparato a fare vedere il meno possibile quanto posso essere arrabbiato.
Vorrei che la squadra continuasse a giocare come sta facendo ultimamente, raccogliendo però quanto merita.

Un top player per l'anno prossimo? Al prossimo anno si penserà dalla fine della stagione, si tende troppo a pensare al futuro, senza rendersi conto che il presente è ugualmente importante, almeno per come la vedo io.

I miei 4 anni di Napoli sono stati belli, straordinari, abbiamo costruito tanto, ma non voglio entrare nel merito di cosa sta succedendo quest'anno, io guardo solo in casa mia, come si suol dire. 

La formazione? La deciderò da domani in poi. Nelle ultime gare si è visto che i difensori hanno dimostrato di poter essere tutti in grado di giocare titolari, ma poi farò le mie scelte".


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