MILANO - Sta rientrando in Italia la delegazione di Inter Academy che ha effettuato la visita in India, volta a definire i dettagli del progetto condotto in partnership con Playon Skills. Dieci giorni di colloqui, sopralluoghi, scambi di opinioni che hanno portato il responsabile tecnico Marco Monti, insieme al preparatore Stefano Rapetti e all'allenatore Andrea Ratti, a un quadro dettagliato delle realtà visitate.
E' Marco Monti a riferire ad inter.it l'esito del viaggio: "Abbiamo trovato un entusiasmo straripante, un'incredibile voglia di Inter. Ho già avuto modo di conoscere questo mondo, ma devo ammettere che ogni volta che torno in contatto con il calcio giovanile indiano, scopro sempre maggior passione per i colori nerazzurri".
Quindi, una nazione in crescita, in cui l'Inter e il calcio possono avere un ruolo importante.
"Assolutamente, per maggio inizieremo con la presenza costante di mister Ratti a lavorare qui. Abbiamo individuato come sede permanente di Inter Academy la struttura del Mathagondapalli Model School, dove ha sede il Rural Institute for Community Education di Hosur, a sessanta chilometri da Bangalore. Qui vivono più di 1.200 bambini, è un campus dove affluiscono piccoli che trovano qui il modo di studiare e fare sport, anche proveniendo da altre regioni e avendo alle spalle situazioni disagiate. Siamo lieti di poter contribuire da questo punto di vista alla loro vita. Abbiamo trovato un incredibile entusiasmo da parte loro, ma anche degli allenatori e dei genitori. Quando si è sparsa la voce che Inter Academy era qui, sono arrivati da ogni parte del Paese, e questo è un Paese enorme, dove si affronta anche il problema di distanze da coprire davvero imponenti".
Avrà sede lì l'Academy permanente?
"Sì, il posto è adatto e qui posizioneremo l'Inter Academy. Accedervi sarà possibile solo per i migliori, che verranno selezionati nei tre City Centres di Bangalore, Kochi e Chennai. A regime, ad Hosur avremo cento giovani calciatori, ma ci vorrà tempo. La struttura che stiamo organizzando è piramidale, il vertice è Hosur, che basa la selezione sui city centres che hanno sede negli stadi delle rispettive città. Qui si effettueranno dei corsi durante i fine settimana, ai quali parteciperanno i migliori delle cinque scuole calcio della zona".
Qual è il livello tecnico riscontrato?
"Ottimo e migliorabile, ma sarà facile perchè partiamo da una base di entusiasmo e di voglia di lavorare da parte sia degli allenatori, sia dei bambini, eccezionale. Un dato da riscontrare e che differenzia l'India da altre situazioni già affrontate, come gli Stati Uniti e gli Emirati Arabi, è che qui i bambini vivono il calcio anche come un obiettivo, una realtà da conquistare. Negli altri due casi, è più considerato uno sport da praticare, un concetto simile a quello che viviamo in Italia. Il bambino integra la sua giornata con l'attività sportiva, mentre in India, dove ho visto che esiste ancora un livello di povertà alto, il calcio e la possibilità di giocare in una scuola ben attrezzata diventa un premio, uno scopo. Per questo faremo anche molta attenzione, preparando gli allenatori locali, a sottolineare anche l'importanza etica del loro lavoro".