MILANO - Intervenuto ai microfoni di Radio Rai Uno durante la trasmissione "Radio Anch'io Sport", il direttore generale Marco Fassone ha rilasciato alcune dichiarazioni.
Ecco le sue parole:
Ieri a San Siro F.C. Internazionale ha reso omaggio al Grande Torino, che disputò la sua ultima partita di campionato proprio contro i nerazzurri:
"Fa piacere che venga sottolineato, abbiamo deciso di far coincidere il 106° compleanno del club con un ricordo per il Grande Torino, che nelle ultime settimane non era stato così ben ricordato. Ci ha fatto piacere creare questo clima di maggiore distensione, che fortunatamente è culminato anche con una buona prestazione sul campo".
Viene dato spazio alla domanda di un tifoso interista arrivata via mail, ovvero cosa debba fare l'Inter per colmare il gap tecnico che la separa dalla Juve: a che punto è il progetto Inter? Cosa può dirci sul futuro di Zanetti?
"Sarebbe sbagliato parlare di cantiere o di work in progress. Il presidente l'ha detto tante volte, siamo in un anno di transizione, arriviamo alla fine di un ciclo straordinario, abbiamo giocatori gloriosi che hanno vinto tutto che sono in scadenza di contratto e stiamo facendo le opportune valutazione su di loro con l'allenatore e con il direttore sportivo. E' ragionevole immaginare che la stagione 2014/2015 possa essere l'inizio di un nuovo ciclo importante e prestigioso come quello del 2006-2010. Siamo nella fase che quasi tutti i club attraversano dopo un picco, quando c'è da passare attraverso un rinnovamento, vedi lo United quest'anno o la Juventus prima che iniziasse la marcia che sta avendo negli ultimi 2-3 anni.
In questi mesi il presidente ha dimostrato di non avere quell'approccio totalmente 'americano' col quale si arriva e si cambia tutto per partito preso: ha avuto un approccio se vogliamo più morbido, ma molto determinato. Avrà bisogno ancora di alcuni mesi per cambiare altre cose dal punto di vista organizzativo. Per quanto riguarda capitan Zanetti, il presidente l'ha incontrato più volte e l'altro giorno gli ha garantito che, se lui lo vorrà, un posto nella famiglia Inter ci sarà. Ora lo vuole concentrato e utile alla squadra anche se non da titolare in questo momento per aiutarci a conquistare l'Europa in queste ultime undici giornate. Un traguardo cui il presidente tiene tantissimo, certamente questa rivoluzione morbida che il presidente sta portando avanti è iniziata e darà ancora i suoi frutti nei prossimi mesi".
Ieri Cambiasso è stato uno dei più convincenti in campo:
"Quello sul Cuchu è stato un giudizio unanime. Quando sta bene in quella posizione è un giocatore assolutamente determinante, un giocatore di un'intelligenza straordinaria, che sa anticipare i tempi e con un grande senso della posizione, inutile spendere altre parole su un campione così".
Guardando al futuro, qual è la strategia dell'Inter? Investimenti prudenti o ricerca del top player?
"Quello che il presidente ha in mente sia una squadra molto equilibrata, ad esempio ha parlato spesso di un'età media intorno ai 26 anni, vuole dei giocatori giovani che si possano affiancare però a giocatori d'esperienza che possano stargli vicino e trasferire loro tutto il loro bagaglio, quindi credo che le sostituzioni che inevitabilmente dovremo fare per completare la rosa dell'anno prossimo andranno a pescare tra bacini molto eterogenei, campioni affermati come Vidic che abbiamo annunciato qualche giorno fa, ma anche giovani di grande prospettiva che avranno l'opportunità di imparare da loro inserendosi con grande rapidità negli schemi e nella visione tattica di Mazzarri".
L'impressione è che i tifosi interisti si aspettassero qualcosa in più da Mazzarri:
"Non so se i tifosi si aspettassero qualcosa in più da Mazzarri o dalla squadra, ma per quello che ho avuto modo di vedere io anche negli anni trascorsi a Napoli, dico che è un eccellente allenatore. Uno dei migliori con cui ho lavorato, che trasferisce ai giocatori tutte le sue conoscenze dal punto di vista tattico. Siamo in un momento particolarmente complicato, sapete quanto sia difficile gestire un cambiamento a livello societario anche tra i giocatori, che soffrono di queste modifiche rispetto a quelle che erano le abitudini conclamate del tempo. L'altra squadra di Milano sta avendo una situazione abbastanza simile, se si va a vedere c'è stato un calo di rendimento in coincidenza coi mesi di novembre dicembre e gennaio e nei primissimi approcci dopo che abbiamo avuto alcuni scossoni dal punto di vista societario. Credo che Mazzarri abbia fatto e stai facendo il massimo che si possa fare, ha la totale fiducia della Società".
La grande Milano pensa in grande per l'Expo, le due squadre invece sembrano affievolirsi:
"Si tratta di investire bene. Tutti sapete che la parte che incide maggiormente sulla salute economica della Società sono gli stipendi dei giocatori e l'ammortamento degli stessi. Queste due voci sono quelle che stabiliscono se la società riesce a essere sana o no, si tratta quindi di fare bene quest'operazione. Quest'estate ci sarà un banco di prova importante, saper coniugare gli investimenti con la salute economica della società, l'Inter ha un bagaglio di debiti che dovranno essere progressivamente smaltiti, ha arginato delle perdite economiche importanti negli ultimi anni, non possiamo più permettercelo perchè la disamina del Fair Play Finanziario del prossimo ottobre sarà impietosa, credo che siamo sulla strada virtuosa, credo che abbiamo già fatto molto negli ultimi due anni con la riduzione di salari che è stata molto importante, adesso stiamo aggredendo l'altra voce critica che è quella degli ammortamenti. Non è che il denaro non ci sia, cercheremo di spenderlo bene senza fare errori, di modo da recuperare nel più breve tempo possibile la competitività nei confronti di quelli che oggi sono i battistrada, perchè siamo perfettamente consapevoli che non abbiamo davanti tutto il tempo che vogliamo, che per il blasone e il prestigio dell'Inter e per quello che si aspettano i nostri tifosi bisogna essere competitivi in fretta, il più rapidamente possibile".
In questo momento di rivoluzione, Mazzarri ha affermato che tutti sono sotto esame: lui fa parte degli esaminatori o degli esaminati? Come vede Thohir l'innesto in rosa di giovani italiani di talento?
"Mazzarri è una certezza, uno dei pilastri su cui si fonda la ricostruzione della Società, è il punto di riferimento tecnico, ogni volta che il presidente è qui si confronta con lui per le valutazioni tecniche sulla rosa, la valutazione dei giocatori che ne fanno parte e il futuro. L'italianità della rosa? Il nostro nome, Internazionale, la dice lunga sul fatto che siamo una squadra con questo tipo di vocazione, cioè di accogliere giocatori che vengono da tutte la parti del mondo. Certo non possiamo dimenticarci che rientrando a giocare una competizione europea, come noi speriamo, ci sono delle importanti regole dell'UEFA che dobbiamo seguire, nei 25 giocatori che disputano le competizioni 4 devono essere italiani e 4 devono essere cresciuti nel nostro vivaio, quindi questi ultimi se sono stati formati qui è probabile che siano italiani. Se non altro per regolamenti dobbiamo adattarci ad avere una percentuale importante di italiani all'interno della rosa".
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