L'ANGELO DEGLI ANNI SESSANTA

Indimenticabili: momenti, volti, azioni.

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Anche gli angeli hanno qualcosa da imparare, e il calcio insegna molto, lo dirà lui, l'Angelo per eccellenza, che il pallone è una sana lezione per qualsiasi industriale. Gli anni sessanta sono il mondo degli industriali, e Milano, che si è lasciata alle spalle una guerra e una ricostruzione, ne è la capitale. Angelo Moratti, nato a Somma Lombarda il 5 novembre del 1909, presidente dell'Inter dal 23 maggio 1955, impara a scegliere. Giocatori, dirigenti, investimenti e allenatore. Helenio Herrera.
Insieme, vincono due scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali, scalano in meno di quattro anni la vetta del mondo, un ritmo impressionante, martellante, è la saga della Grande Inter. Lui amministra risorse umane, oggi si dice così, e bilanci. I giocatori, trattandosi di lui, firmano contratti in bianco, e in famiglia si ricordano quando è iniziata, la saga. Una sera che lui ha detto, adesso facciamo sul serio. E dall'indomani, davvero si è vinto tutto.
Si dice che il calcio sia cambiato molto dagli anni sessanta ad oggi. Di sicuro, molte cose sono cambiate. Adriano Celentano cantava quarantaquattromila baci ed era all'inizio, i Beatles erano l'eco della rivoluzione anglosassone in termini di musica, la Scala aveva le sue prime, Milano era una perla di eleganza. L'intuito però di andare a pescare un allenatore straniero, dei giocatori come Suarez, o Jair, di investire sul vivaio con Mazzola o Facchetti, di individuare un capitano come Picchi, di preservare talenti come Corso, non cambia negli anni. La generosità nel trattarli, la totale indisponibilità a scendere a compromessi, non cambia. Il ritmo delle partite, per esempio a vedere quella tripletta del settembre 1964, il 9 in Argentina contro l'Independiente, finita 1 a 0, per giocarsela poi a San Siro il 23, 2 a 0, e finire alla bella a Madrid il 26, gol di Corso, non sembra poi così tranquillizzante.
L'Angelo è la porta attraverso la quale aprire il futuro. L'Inter non sarebbe quello che è, senza avere avuto un Angelo protettore.


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