MILANO - L'avvocato Giuseppe Prisco avrebbe compiuto novantadue anni, come oggi. Era nato a Milano il 10 dicembre 1921, per tutti era Peppino, un soprannome affettuoso, per un personaggio che ha segnato la storia dell'Inter, ha intrecciato la sua vita a quella degli Alpini, ha lasciato il segno nella sua professione.
E' stato un personaggio di una Milano che non c'è più, lo si incontrava nelle vie che attorniano il Tribunale, a San Siro non mancava mai, lui che aveva 'servito' l'Inter, come amava dire, in assoluta umiltà, mettendo professionalità e passione a disposizione di tanti presidenti. Umile, ma di un'intelligenza acuta e un senso dell'umorismo unico, due doti che lo rendevano l'avversario verbalmente più agguerrito di ogni squadra rivale, anche se lui avrebbe detto che l'Inter non conosceva rivali, c'era l'Inter e basta. E' così che è diventato un simbolo e un idolo per la tifoseria nerazzurra, che rappresentava alla perfezione.
Ci ha lasciato due giorni dopo aver compiuto ottant'anni, nel 2001, ma fa parte di una schiera di indimenticabili nerazzurri. Era vicepresidente, in quei giorni, fierissimo di esserlo. Ricordarlo è anche ripercorrere la storia nerazzurra, che lui aveva visto trionfare tante volte.