APPIANO GENTILE - Prosegue la prima conferenza di Walter Mazzarri. Domande a raffica dei giornalisti e tanta curiosità per il nuovo allenatore nerazzurro.
Inter.it vi propone la versione e integrale di quanto dichiarato dall'allenatore toscano.
Ha detto di volere valutare i giocatori e la loro reazione al sacrificio nei primi 15 giorni di ritiro, per poi eventualmente fare le sue richieste alla società. Non rischia di avere la rosa completa a disposizione troppo tardi?
"Intanto vi dico una cosa perché mi farete sempre una domanda e mi toccherà mettere il disco. Sul mercato sono per il rispetto dei ruoli, le considerazioni le ho già fatte con Branca e Ausilo e con il presidente. Loro sanno benissimo che cosa ci siamo detti. Però, tornando al rispetto dei ruoli, l'allenatore non parla con la stampa di mercato. Se voi mi avete seguito nel tempo, sapete che anche a Napoli facevo le stesse cose. Relaziono quello che ho io in mente, poi sarà la società a darvi le spiegazioni di mercato e di quello che faremo. Sulla rosa è vero che io lavoro con i doppi ruoli, voglio 22 giocatori in ritiro più quattro-cinque ragazzi che, per motivi di affaticamenti o infortuni, possano essere utilizzati da sostituti in allenamento. Non ho ancora allenato la squadra ma sono convinto che rimarranno molti giocatori di quelli che saranno in ritiro. Ho idea di base su ognuno di loro e sono certo che resteranno alle dipendenze dell'inter. Quindi c'è un numero sufficiente per poter già lavorare in un certo modo e partire con il piede giusto".
Ha parlato con il presidente del possibile ingresso di nuovi soci in società?
"Ripeto le cose che ha detto il presidente. Se questo può fare bene all'Inter come club, allora bene. Questo l'ha detto lui. A noi interessa che, tutto quello che potrà avvenire, sia positivo per il futuro di questa società. Non devo dire altro".
Quale sarà il suo approccio verso i giovani che hanno esordito in prima squadra e verso quelli che rientreranno dal prestito?
"Sarò molto attento. Il futuro e le risorse di ogni società, dato che siamo in regime di fair Play finanziario per tutte le club, devono venire dal Settore Giovanile. Starò molto attento, ho già fatto una prima verifica con Piero Ausilio. Credo che la Primavera e le altre squadre del Settore Giovanile cercheranno di giocare con il modulo della prima squadra. Proprio per agevolare, eventualmente, il passaggio di categoria. Starò molto attento, anche se è chiaro che 'Roma non si fa in un giorno'. Piano piano cercherò di seguire ogni altro aspetto che possa essere interessante per il futuro dell'Inter"
Ci può spiegare il motivo del prolungamento del ritiro a Pinzolo?
"Proprio per far capire che rientra nel discorso di credere nel lavoro. Quindici giorni di doppi allenamenti, io e Pondrelli abbiamo una certa programmazione preparata nel tempo che ci ha dato grandi successi e non intendiamo cambiarla. La società aveva già preso degli accordi per delle amichevoli, abbiamo cambiato un pochino il programma perché bisogna lavorare intensamente almeno 14-15 giorni in modo che la sopportazione alla fatica sia massimale. Questo per iniziare l'anno in un certo modo e per poi proseguirlo sempre in un certo modo a livello fisico".
Mateo Kovacic ha fatto molto bene nei primi suoi sei mesi in Italia. Che impressione le ha fatto?
"Non vorrei parlare troppo sino a che non li alleno, ma lui è un ragazzo interessante. Anche se lo conosco e ci ho giocato contro e posso confermare che è un giocatore interessante, mi garba parlare dopo che li ho allenati. Al di là del fatto che sia un talento, comunque giovane. Ma voglio essere più preciso, magari dopo un mese che sono stato con lui".
Forse lei sa che tanti tifosi la paragoneranno a José Mourinho, le fa piacere questa cosa o le mette pressione?
"Non ho mai pensato ai confronti. Un tecnico è come un artista a sè stante, ognuno ha la propria personalità e non si possono fare paragoni. Ognuno è se stesso. Dal punto di vista mio personale possiedo una caratteristica, spero sempre che il meglio debba ancora venire. Se vado in un posto, lo faccio con entusiasmo. Cerco di fare qualcosa di importante, di lasciare un segno, spero di farlo anche all'Inter. Questo per quanto mi riguarda. Poi se lei mi chiede di Mourinho, o di un allenatore vincente, non ho problemi. Quando poi sono avversari due tecnici che vogliono vincere, la stima e il rispetto da parte mia non cambiano anche se ci può essere stata qualche scaramuccia".
Lei ha avuto la possibilità di affrontare l'inter lo scorso anno. Su che cosa c'è da migliorare in vista della prossima stagione?
"Mi viene da pensare di lavorare sul convincimento, sull'autostima. Come ho detto prima, quando le negatività si accumulano, con infortuni e una serie di altre cose e con l'annata che è andata a finire sempre peggio, c'è il rischio che se hanno vissuto quella fase possano risentirne ancora. Dovremo, al di là di lavorare bene come ho detto prima, arrivare sulla palla prima degli altri. Dovremo fare una grande preparazione fisica adeguata, correre quanto e più degli altri e cercare di dare un'organizzazione che li tuteli e che li faccia sentire sicuri per riguadagnare l'autostima che probabilmente un pochino è andata a scemare in base ai risultati non propriamente da Inter".
Secondo lei qual è la durata minima per definire un progetto con la parola ciclo?
"Queste parole si usano ma non sono adeguate al calcio. Sono abituato da sempre, dal primo giorno in cui ho iniziato a fare l'allenatore, a pensare che la partita successiva era quella che poteva costarmi la panchina. E' 12 anni che vado avanti, bisogna cercare subito di convincere, di fare dei risultati. Il progetto, dopo che è cominciato con il piede giusto, può evolversi. Puoi fare ancora meglio di quello che stai facendo. Puoi creare, puoi costruire. L'importante nel calcio è partire subito con certe sicurezze, anche perché voi stessi concedete poco tempo. Sono arrivato a Napoli ed erano sest'ultimi in classifica, nello stesso anno e con gli stessi giocatori siamo arrivati a sfiorare la Champions League e abbiamo guadagnato l'Europa League. Poi su quello l'allenatore Mazzarri, che ha preso credibilità ed è stato stimato, ha potuto avere del credito e costruire altri tre anni fantastici. Poi sono partito con il piede giusto: quindici risultati utili consecutivi quando sono arrivato alla settima di campionato. Per come la vedo io, con i rischi e pericoli di questo ambiente e di questa professione, bisogna cercare di dare subito un'impronta, di convincere subito i giocatori che l'idea che hai è quella giusta e va portata avanti al meglio".
Una delle caratteristiche delle sue squadre è sempre stata quella di avere un'anima, come farà a costruirla all'Inter? Lei ha già allenato Antonio Cassano, che giocatore ritroverà?
"Con tutti i giocatori che ho allenato ho un rapporto ottimo. Avete visto l'anno scorso quando si è giocato contro l'Inter e abbiamo perso: Cassano, dopo 5 minuti con l'inter in vantaggio, a un fallo laterale è venuto vicino alla mia panchina e mi ha salutato, e quello vi da già la risposta.. L'anima è quella di una squadra che deve sposare il concetto di 'c'è la squadra prima di tutto', prima dell'interesse personale. Sapete benissimo che, nell'ambiente calcio, l'unico che vive dei successi della squadra è l'allenatore. I giocatori possono vivere anche dei successi della squadra, ma alla fine sono singoli. Se uno fa una grande partita e segna 3 gol ma l'Inter perde 4 a 3, lui si è salvato ma la squadra ha perso e l'allenatore e la società ci vanno di mezzo. E' importante capire e far sposare da subito il concetto che qui, da oggi, si pensa solo per l'Inter, per la squadra, e l'interesse personale viene dopo. Questo è il primo concetto da portare avanti e da far sposare ai nostri giocatori, dopo di che la strada sarà in discesa. Se non riuscaimo a fare questo, probabilmente si può incorrere in annate ancora negative e io sono stato preso apposta per visionare che questo non accada".