"IL VERO TIFOSO NON SEGUE L'INTER. LUI È L'INTER"

Cambiasso "Non contano i cambiamenti di giocatori o allenatori, per lui conta la squadra. Non dobbiamo dire niente loro nulla. Dobbiamo fare"

APPIANO GENTILE - Durante la conferenza stampa di presentazione del ritiro estivo dell'Inter a Pinzolo in programma il prossimo luglio, Estaban Cambiasso ha risposto alle domande dei giornalisti, con i quali si è parlato innazitutto della stagione appena conclusa: "Non penso ci siano tante parole da dire. E' stata una stagione negativa, non all'altezza della storia di questa Società, non credo ci sia molto da aggiungere. Ormai è finita, con il dolore di aver vissuto una brutta stagione, così come sono finite quelle che ci hanno regalato felicità. Da adesso in poi si guarda avanti per tornare a disputare stagioni positive. Ogni annata è diversa dalle altre: al di là del prepararla con uno stesso allenatore o preparatore cambia appunto la stagione e i giocatori stessi. Quando si inizia qualcosa di nuovo non si pensa al passato, si guarda a quello che c'è da fare. Inizieremo con un nuovo preparatore e con un nuovo allenatore? Questo lo sapete voi, non noi".

Quanto abbia inciso la differenza di età tra i giocatori a livello di preparazione è lo stesso Cambiasso a spiegarlo: "Poco e niente, c'è sempre stata tutti gli anni. La preparazione non è fare attività diverse singolarmente, è un discorso complessivo, non crea infortuni. Se ci fosse qualcosa che fa vincere, che non fa accadere gli infortuni la useremmo tutti. Se ci fosse la magia del ritiro che ci fa vincere, sarebbe diverso. Chi fa dieci giorni di ritiro e sulla carta rischia di retrocedere alla fine finisce così comunque. Una stagione così negativa è a 360 gradi, noi sappiamo benissimo che non dobbiamo ascoltare i discorsi sugli allenamenti che si fanno oggi. Quando capita una stagione così negativa si dice di tutto, tutto quello che oggi è un problema, quando si andava bene era qualcosa di positivo. Sono molte chiacchiere e, davvero, le chiacchiere le porta via il vento. Noi dobbiamo pensare solo a lavorare Quello che conta è il lavoro e i nostri tifosi ci saranno sempre, anche a Pinzolo, come ci sono stati fino all'ultima partita e ci sono qui ad Appiano Gentile. Noi abbiamo un obbligo enorme nei confronti di loro che sono il motore della nostra squadra".

Un motivo per il quale i tifosi dovrebbero continuare a credere nell'Inter. Cambiasso anche a questo proposito ha pochi dubbi: "Il tifoso è puro, non è preoccupato per i cambiamenti dei giocatori o degli allenatori dell'Inter perchè il tifoso è l'Inter e va al di là di queste cose. Il tifoso non va dietro a Cambiasso, ma va dietro all'Inter. I tifosi ci saranno perchè sono convinti che ogni anno possa essere vincente. Ognuno di loro ha una passione che chi non è tifoso non può capire. Noi non possiamo dire loro niente, dobbiamo fare. Quando io sono arrivato qui all'Inter, la squadra non vinceva da tanto, ma non per questo i tifosi non c'erano. Poi abbiamo vinto, tanto, e ora abbiamo avuto un periodo difficile, non vedo perchè non ci debbano essere adesso. Come noi, loro hanno voglia di ripartire e di vincere. D'estate di scudetti se ne vincono tanti, ma conta quello che si vince a maggio".

"I messaggi che posso dare a chi lavora con me mi piace darli in privato. Non ho usato le telecamere per fare qualcosa di simile neanche quando si sono infortunati i miei amici come Milito o Pupi", risponde il Cuchu a chi gli chiede se voglia mandare un messaggio ad Andrea Stramaccioni prima di spiegare spiegando poi che: 'Non l'ho sentito, non stava bene e non mi sembrava il caso di distrurbarlo in famiglia. Mi sono informato tramite i suoi collaboratori che sono qui".

Vivere dall'interno una stagione difficile come quella appena vissuta dall'Inter, anche diu questo parla Cambiasso: "La sofferenza per le sconfitte noi la viviamo, chi perde le partite e si fa dare schiaffi dagli avvversari sono i giocatori. Il tifoso lo vive allo stadio, il lunedì in ufficio, ma i primi a soffrire siamo noi. La carriera di un giocatore è fatta di cose belle e brutte, chi non ha la capacità di andare a oltre, deve cambiare mestiere. I cambi di allenatori sono conseguenza dei risultati che non arrivano, il calcio è calcio, non si tratta né di Inter, né di Milan, Real Madrid o Barcellona. E' il calcio che è così, accade dovunque tranne in casi come, ad esempio, il Manchester United che ha saputo avere pazienza e confermare Ferguson in panchina per tanti anni".

Infine, sul cambiamento di preparazione senza l'impegno in competizioni europee: "Non so che cosa cambi in pratica, penso che magari potrebbe cambiare meno a livello calciatori e più a livello societario, dove magari ci si potrà permettere con meno probabilità una rosa tanto ampia. Non credo cambi molto a livello di lavoro, sono sincero".


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