ASPETTANDO PRIMA SERATA: CHIVU E LA ROMANIA

"Per la Nazionale ho dato tutto, ma mentalmente era un impegno troppo grande. Tornerò a vivere lì"

APPIANO GENTILE - Domenica al "Meazza" arriva il Torino di Giampiero Ventura."Sappiamo che le sue squadre giocano bene a calcio. Io non ho avuto la possibilità di lavorare con lui, ma chi lo ha fatto mi ha detto che prepara molto bene le partite. Giocano a memoria, certo poi la differenza la fa la qualità, l'esperienza, ma mi piace come giocano le sue squadre e so che sarà dura per noi come lo saranno tutte le partite che dovremo affrontare nel girone di ritorno", dice Cristian Chivu durante la Prima Serata di Inter Channel in onda tra un'ora sul canale 232.

Dal Torino, futuro prossimo suo e dell'Inter, al passato, quello che Chivu ha trascorso nell'Ajax: "Lì s'impara a giocare a calcio, ti insegnano quello che vuol dire essere un professionista, in tutto. E' tutto quello che ci vuole per essere un professionista, perchè insegnano anche come fare le interviste. E' una scuola e io ho dei bellissimi ricordi: ero il capitano a 20 anni, abbiamo vinto e abbiamo fatto bene anche in Champions League. Li sono maturato sia come uomo che come giocatore".

Se la voglia di vincere dello spogliatoio nerazzurro sia la stessa di quell'Inter che ha vinto tutto è ancora Chivu a spiegarlo: "Si, lo è e poi per fortuna c'è un gruppo di quei giocatori che qui hanno vinto tanto e hanno avuto la fortuna di vivere un periodo così importante: ai nuovi che arrivano in squadra trasmettiamo tutta quella voglia, quella cattiveria poi, certo, una stagione è fatta di episodi, di momenti e bisogna prenderla per come arriva, ma la voglia c'è e c'è sempre stata".

Chivu-Nazionale. "Ho deciso di rinunciarci due anni fa - spiega -, loro dicono che potevano avere ancora bisogno di me, ci provano e ci riprovano per convincermi a tornare, ma io ho avuto modo di pensarci a lungo e bene prima di prendere questa decisione. Ho fatto un bilancio di tutto quello che si sarebbe potuto dire su di me, che ero un traditore, ma le persone più intelligenti hanno capito che non ce la facevo più non solo fisicamente, perchè quello non era un problema, ma mentalmente era un impegno troppo importante. Mi hanno ferito troppo perchè il responsabile ero sempre io, dopo una partita persa hanno portato la mia maglia nel cimitero, su una croce, scrivendo che avevo sepolto il calcio rumeno e per me questo è stato troppo. Io non mi sento un traditore, per la Nazionale ho dato tutto ed è arrivato il momento di lasciare il posto ai giovani".

Tra un'ora esatta non perdere la diretta di Prima Serata: solo su Inter Channel.



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